Simone Vallerotonda

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concerto simone vallerotonda

Sulle orme del Cusanino

Recensione pubblicata sulla rivista “Classic Voice” – Settembre 2015
Autore: Carlo Vitali

Classic Voice - Settembre 2015 Marche in festival: in questo operoso lembo d’Italia fra il Preappennino e l’Adriatico fioriscono d’estate le mecche e le medine del bel canto. Turismo di passo ma di alto profilo, interessato allo slow food, alle oasi verdi, alla moda e alle arti non meno che ai bagni di mare. Dopo che nel 2007 il divo Jaroussky ha evocato su disco il fantasma di Giovanni Carestini detto il Cusanino (1700-1760), i tempi sono maturi affinché i suoi compaesani cerchino di entrare nel gioco.

Un festival che già al primo giro ha in mano buone carte: una carismatica sindachessa venuta dalla società civile riesce a mobilitare imprenditori e accademici, commercio e volontariato; per una settimana la cittadina di Filottrano, abitanti 9mila, mette in mostra le sue emergenze monumentali facendone sedi di spettacolo fra degustazioni in piazza, concerti in villa, barocco per banda di fiati, fuochi artificiali, seminari di studio ed altre leccornie. Poi si vedrà se il business plan funziona; per ora la cronaca registra un decollo col botto da far invidia a realtà ben più consolidate. Apriva i giochi il veterano Andrea Coen, gran maestro di tastiere che cantano, offrendo sul cembalo costruito da un debuttante di talento, Giulio Fratini da Porto San Giorgio, un programma abbracciante due secoli di “suonare affettuoso”: dalle frottole intabulate di Andrea Antico (1517) alle partite e toccate di Scarlatti padre, passando per Frescobaldi e i virginalisti inglesi arrangiatori di Caccini.

Siamo ancora alla propedeutica, e lì restiamo con Soqquadro Italiano in un cross-over sul pratone di Villa Centofinestre sotto il titolo “Da Monteverdi a Mina”. Ma sì, una freddura: le due Tigri di Cremona ammansite dalla vocetta pop di Vincenzo Capezzuto. Arieccolo il cembalo Fratini, ma stavolta amplificato e in sessione con clarinetto, sassofoni alla Garbarek, contrabbasso, percussioni. Più il tiorbista Simone Vallerotonda, un fuoriclasse che saltabecca come niente fosse dal basso continuo operistico al recital per liuto solo e alle zingarate del barocco tarantellato su chitarra battente. Alle ovazioni per l’inedito medley si univa dalla prima fila il controtenore Aris Christophellis, ateniese di nascita, romano d’adozione, e qui destinatario di un premio alla carriera.

La terza sera si tornava all’ordine con l’altro controtenore Raffaele Pe, ben accompagnato all’arpa tripla da Chiara Granata. Fra i due cantori di falsetto è passata solo una generazione, ma la differenza d’imposto si nota: meno di quei portamenti che minavano l’intonazione, agilità più legate, colore rotondo, maggior cura nei passaggi di registro. E poi, rispetto al citato Philippe, una proiezione che lascia godere le finezze di fraseggio pure a chi sieda più lontano della terza fila. Dunque onore ai pionieri e un forte incitamento agli eredi affinché procedano sulla buona strada tracciata dai Mehta jr. e dai Fagioli. Il repertorio? Ancora un po’ miscellaneo, ma qualche pezzo genuino (ad esempio dall’Alcina di Händel) lo si è ascoltato. Il direttore artistico Antonio Pirozzi nutre il sogno di allestire un’opera completa fra le tante che l’illustre evirato marchigiano cantò fra Venezia e Londra, fra Dresda e Pietroburgo. Coraggio anche a lui.

Carlo Vitali


 

Filottrano (AN)
Festival Internazionale “Sulle orme del Cusanino”
(sedi e interpreti vari)

Per una settimana la cittadina di Filottrano mette in mostra le sue emergenze monumentali facendone sedi di spettacolo fra degustazioni in piazza, concerti in villa, barocco per banda di fiati, fuochi artificiali, seminari di studio.