Simone Vallerotonda

Dal blog

concerto simone vallerotonda

Progress – Giovanni Zamboni, sonate per liuto

L'ultimo romano[Recensione pubblicata dalla rivista Progress, agosto 2016]

Protagonista della stagione strumentale seisettecentesca, il liuto costituisce con le sue delicate sonorità e la rotondità del suono lo strumento che più di ogni altro ha incarnato quel senso intimistico del fare musica, conoscendo un successo e una diffusione notevoli tra Rinascimento e primo Barocco. Ed è tanto più straordinaria la pubblicazione, nel 1718, delle “Sonate d’intavolatura di leuto”, oggetto dell’omonimo disco (Arcana AD 101, 1 CD, www.outhere-music.com), del semisconosciuto Giovanni Zamboni che nel secondo decennio del XVIII secolo dedica a questo strumento, ormai desueto, una splendida raccolta di sonate.

Romano di nascita, sono pochissime le notizie biografiche relative a Zamboni di cui si conosce il suo ingaggio presso la cattedrale di Pisa tra il 1707 e il 1713, restando invece incerte le date di nascita e di morte. Insolita la scelta di un compositore del primo ‘700 di dedicare una raccolta ad uno strumento ormai quasi uscito dalle scene, benché le sonate di Zamboni rivelino uno straordinario talento compositivo, evidentemente influenzato dalla grande scuola corelliana come anche da altri liutisti come Kapsberger e Weiss attivi a Roma tra Sei e Settecento.

Bellissimi i brani e in particolare l’Arpeggio iniziale della sonata VIII che oltre a riprendere l“Arpeggiata” di Kapsberger, anticipa di qualche anno, con le sue battute iniziali, il primo preludio del “Clavicembalo ben temperato” di J.S. Bach. Il giovane liutista romano, Simone Vallerotonda, esibendosi con una copia di un arciliuto del 1638, ha talento da vendere con una lettura di sei delle 11 sonate di Zamboni (II, V, VI, VIII, IX, XI) raffinatamente chiaroscurata, dove anche le pause acquistano la loro forza evocativa e il fraseggio si fa portavoce di potenti emozionalità sonore.

 
Franco Bruni

recensione pubblicata su PROGRESS - agosto 2016