L’ULTIMO ROMANO
Liutisti e chitarristi romani tra ‘600 e ‘700
Il rigore contrappuntistico della “scuola romana”, la leggerezza immediata delle canzoni alla moda suonate sulla chitarra, il virtuosismo fulmineo e la grazia galante e melodiosa: questi sono i colori che dipingono il grande affresco sulla città eterna. Partendo dalla fine del ‘500 fino ad arrivare al ‘700 autori come Lorenzino, Kapsberger, Valdambrini, Zamboni, che si firmano orgogliosamente con l’aggettivo “romano” accanto al proprio nome, si dimostrano, pur nelle loro caratteristiche individuali e specifiche, accomunati da uno stesso spirito compositivo, fatto di densità, rigore, maestosità e schiettezza espressiva. Per capire la musica romana dobbiamo guardare la città: le numerose chiese, la maestosità dei ruderi della civiltà antica, perfettamente inseriti nel tessuto urbano e nella stratificazione dei secoli, gli enormi spazi verdi, la generosità della luce, il colore dei palazzi, la limpidezza abbagliante del cielo… Tutti questi elementi, la commistione tra barocco a età romana, fanno si che i vicoli del centro storico siano lo specchio esatto della gravità del contrappunto unita alla limpidezza melodica delle voci. Ricchezza, solennità e leggerezza ironica sono le basi su cui la scuola romana si forma. E così dal rinascimento fino al barocco, seppur con le peculiari caratteristiche dei differenti stili, possiamo ritrovarvi sempre questo codice basilare: solennità, gravità e leggerezza sorniona e scanzonata. L’arciliuto e la chitarra, strumenti principi del barocco, rievocano queste facce, questi volti eterni che han passato i secoli senza mai invecchiare perché da sempre antichi, restituendo i suoni perduti di una città che ancora oggi, forse in maniera più soffusa e nascosta, si rispecchia in essi.
Lorenzino romano del liuto (1552-1590) Thesaurus harmonicus Köln 1603 |
Fantasia |
Hieronimus Kapsberger (1580-1651) Libro I d’intavolatura di lauto, Roma 1611 |
Toccata VI Gagliarda V Corrente I |
Anonimo romano (XVII sec.) | Passacaglia |
Giovanni Paolo Foscarini (1600-1647) Li cinque libri della chitarra spagnuola, Roma 1640 |
Gagliarda francese Pavaniglia |
Ferdinando Valdambrini romano (XVII sec.) Libro I & II di chitarra, Roma 1646 |
Passacaglia Capona |
Giovanni Zamboni romano (XVII sec.) Sonate d’intavolatura di leuto, Lucca 1718 |
Sonata VIII Arpeggio, Allemanda, Giga Sarabanda, MinuettoSonata VI Alemanda, Giga Sarabanda (Largo), GavottaSonata XI Grave, Current Sarabanda, Minuet, Ceccona |
Simone Vallerotonda Arciliuto e Chitarra
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SECUNDUM NATURAM
Le proporzioni e la simmetria nella musica per liuto del ‘500
L’architettura, la musica, la poesia, il teatro, la società, guardano al modello greco di perfezione e bellezza. Tutto guarda alla Natura come armonia, proporzione, simmetria. L’uomo è al centro dell’Universo e in questa nuova dimensione armonica e sinergica con la natura e con Dio, è artefice del proprio destino.
La valorizzazione di tutte le potenzialità umane è alla base della dignità dell’individuo, con il rifiuto della separazione tra spirito e corpo: la ricerca del piacere e della felicità è elogiata in tutte le sue forme come ricerca e conoscenza del proprio “io” secondo natura, ovvero all’interno del sistema Natura in cui l’uomo è al centro.
Marco dall’Aquila (1480-1544) Manoscritto di Monaco |
Recercar la Traditora |
Vincenzo Capirola (1475-1548) Composizione di meser Capirola, 1517 Brescia |
Ricercare primo la Tientalora Padoana alla francese |
Francesco da Milano (1497-1543) Intabolatura da leuto |
Ricercare Fantasia Battaglia |
Luys de Narvaez ( ) Los seis libros del Delphin de musica |
Fantasia Mille regres Diferençias sobre “Guardame las vacas” |
Luis Milan (1500-1561) El Maestro, 1536 |
Fantasia Pavana |
Francesco da Milano (1497-1543)1) Intabolatura da leuto |
Recercar De mon triste desplaisir |
Pietro Paolo Borrono (1490-1563) Intabolatura de diversi autori, 1536 Milano |
Pavana “La Malcontenta” Saltarello |
Lorenzino Cavaliere del liuto (1552_1590) Thesaurus Hamronicus Besard, Köln 1603 |
Fantasia Passamezzo |
Simone Vallerotonda Liuto rinascimentale
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LUCI E OMBRE SONORE
Tutto è lecito al musicista che suona per il Re. Il suo primo obiettivo è stupirlo, rapire la sua attenzione, accarezzare il suo animo, con l’arte invisibile dei suoni. Ecco così che, traendo forza dalle rovine del passato e attingendo al tesoro musicale popolare, il musicista di corte ricerca un nuovo pathos seguendo l’istinto libero della variazione. Così come “del poeta il fin è la meraviglia”, anche per il musico il Bello rappresenta il faro attraverso cui illuminare ogni composizione.
Un recital solistico dedicato a differenti autori per Tiorba e Chitarra barocca, in un gioco immaginario di chiarezza e oscurità, di luci e ombre sonore, segnato da virtuosismo e ricerca d’intimo stupore. Umana espressione di un universo lontano eppure a noi straordinariamente vicino, un viaggio tra sensi e intelletto, tra immaginazione e ragione, tra carne e spirito, tra umano e divino.
Bellerofonte Castaldi (1581-1649) Capricci a due stromenti, Modena, 1622 |
Tasteggio soave |
Giovanni Battista Granata (1620-1687) Nuovi capricci armonici, Bologna, 1674 |
Toccata |
Robert de Visée (1650-1725) | La Villanelle |
Francesco Corbetta (1615-1681) La Guitarre Royale, Parigi, 1674 |
Preludio Caprice de chacone |
Santiago de Murcia (1673-1739) Codex Saldivar, Mexico 1730 |
Cumbées |
Antonio de Santa Cruz (XVII sec.) Manoscritto Madrid |
Jacaras |
Hieronimus Kapsberger (1580-1651) Libro IV d’intavolatura di chitarone, Roma, 1640 |
Preludio, Capona, Toccata II, Sfessania |
Alessandro Piccinini (1566-1630) Intavolatura di chitarrone, Bologna, 1639 |
Toccata cromatica, Aria francese, Corrente |
Francesco Corbetta (1615-1681) Varii scherzi di sonate per la chitara spagnola, Bruxelles, 1648 |
Passacaglia per la X |
Santiago de Murcia (1673-1739) Codex Saldivar, Mexico 1730 |
Zarambesque o Muecas |
Gaspar Sanz (1640-1710) Istruccion de musica, Saragoza, 1674 |
Canarios |
Simone Vallerotonda Tiorba e Chitarra spagnuola
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