Simone Vallerotonda

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Alla corte di Re Sole la chitarra diventò finalmente nobile

Recensione pubblicata sul settimanale “Il Venerdì” di Repubblica – 20 Dicembre 2013
Autore: Claudio Strinati

Venerdì di Repubblica, copertina 20-12-2013Andrea Damiani introduce con un notevole saggio storico-critico, Corbetta,l’Amphion des nos jours, l’importante cd Dans la nuit dove un giovane e valente chitarrista e tiorbista, Simone Vallerotonda, esegue brani di Francesco Corbetta e Robert de Visée. La sostanza dell’argomento trattato è la musica chitarristica alla corte del Re Sole. Damiani spiega che il re era lui stesso eccellente chitarrista, seguendo in questo una moda diffusissima dell’Europa del tempo, e che ha curiose analogie con tendenze simili della nostra epoca.

Durante il regno di Luigi XIV in Francia la chitarra non aveva il ruolo che deteneva invece in Italia o in Spagna. Il livello raggiunto dall’uso della chitarra in Francia, spiega Damiani, «era ancora di tipo folcloristico». Ma l’arrivo a Parigi dell’italiano Francesco Corbetta (1615-1681) mutò tutto e Simone Vallerotonda ripercorre alcuni aspetti del repertorio di questo grande ma certo oggi misconosciuto compositore, di cui ancora Damiani chiarisce come appartenesse «a quel genere di musicisti (come Vivaldi e Paganini per il violino, o Giuliani per la chitarra) che fanno compiere un salto di qualità al loro strumento».

Il grande merito di Corbetta (e lo si sente chiaramente nella limpida e intima esecuzione di Vallerotonda) è appunto nella netta affermazione della specificità dello strumento, da lui ben distito dal liuto. Siamo dentro a una svolta epocale nella storia della musica e un suo seguace scrisse che Corbetta aveva fatto parlare alla chitarra la lingua degli amori. Nel cd poi si può seguire la vicenda successiva.

Alla corte del Re Sole Corbetta forma un allievo eccelso, Robert de Visée e possiamo qui ascoltare tutta una serie di brani che ne dimostrano l’autentica grandezza. Ma in de Visée, vissuto fino al 1725, l’esclusivo amore per la chitarra cede a una nuova prospettiva di utilizzo, elegante e maestoso, di ogni genere di strumenti. Si riappropria della estenuata dolcezza della tiorba, guarda al futuro con la delicata e profonda malinconia di chi ancora vagheggia un nobilissimo passato.

Claudio Strinati

Venerdì di Repubblica del 20-12-2013, pag.119, articolo di Claudio Strinati sul cd Dans la nuit, di Simone Vallerotonda